Rifugiati in famiglia

Vivere insieme, aprire le porte della propria casa e condividere la vita quotidiana e le proprie reti sociali.

Un’opportunità di convivenza e scambio interculturale tra famiglie italiane e rifugiati di ogni provenienza.

Uno stimolo a cambiare prospettiva, a conoscere il mondo che bussa alle nostre porte, a costruire tutti insieme una vera civiltà dell’accoglienza.

“Rifugiati in famiglia” nasce come sperimentazione nazionale da un’idea di Ciac all’inizio del 2015, nell’ambito dei progetti del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) “Terra d’asilo“, con capofila il Comune di Fidenza, e “Una città per l’asilo“, con capofila il Comune di Parma.

Dopo quattro anni, più di 40 rifugiati hanno già completato il loro percorso all’interno di famiglie, co-housing e gruppi comunitari.

Proprio quando le paure e il razzismo sembrano prendere il sopravvento: una nuova comunità interculturale ha cominciato a prendere forma. E si fa forte di legami profondi, come posso esserlo quelli che si costruiscono in famiglia.

 

Ciac Onlus, Rifugiati in famiglia

zucchero

Viviamo nell’epoca delle bustine. Quasi tutto quello che mangiamo ci raggiunge attraverso buste di diverse dimensioni. Lo zucchero, ad esempio. Sul bancone del bar ci sono almeno tre bustine: lo zucchero semolato bianco, lo zucchero bruno di pura canna e un dolcificante a base di saccarina sodica. Lo zucchero oggi costa poco. Se vogliamo comprarne un chilo basta entrare in un supermercato: 0,70 euro quello bianco raffinato, o 2,5 euro il bruno. La strada che lo zucchero ha percorso per arrivare sino a noi e raggiungere prezzi così contenuti, è stata lunga e complessa. Quello che usiamo è saccarosio estratto dalla canna da zucchero; può anche essere derivato dalla barbabietola, ma solo a partire dall’Ottocento.

Il saccarosio è un composto chimico organico della famiglia dei carboidrati estratto da un vegetale il cui nome scientifico è Saccharum officinarum. Proviene dalla Nuova Guinea dove, secondo i botanici, sarebbe stato addomesticato alcune migliaia di anni fa. A partire dall’8000 a.C. è arrivato nelle Filippine, in India e poi in Indonesia. Ma sono dovuti trascorrere decine di secoli affinché giungesse da noi a partire dalle isole dove spesso si pensa sia nato: i Caraibi. Lì l’ha portato invece Cristoforo Colombo in uno dei suoi viaggi, nel 1492. Solo dopo questo trasferimento lo zucchero è diventato ciò che è oggi: un alimento. Tra la Guinea e i Caraibi c’è di mezzo, come ha raccontato l’antropologo Sidney W. Mintz, un’altra storia, quella dello zucchero che circola per il Mediterraneo e raggiunge alcuni lidi dell’Europa. Il saccarosio ha seguito il Corano. Sono stati gli Arabi nella loro espansione militare e politica a diffonderlo.

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