Costa d’Avorio
Pil pro capite
1.662,44 USD (2017)
Aspettativa di vita
57,5 anni uomini, 59,9 donne (2016)
Paesi che si possono visitare senza bisogno di visto
57, è al 84° posto (2019)
Global Peace Index
107° su 163 stati (2019). Il paese meno pacifico (163°) è l’Afghanistan
Freedom Index
51/100; stato parzialmente libero
Indice di percezione della corruzione
35/100; al 105° posto su 180 paesi
Popolazione e governo
La Repubblica della Costa d’Avorio è uno Stato dell’Africa occidentale. Ex colonia francese, ha ottenuto l’indipendenza nel 7 agosto 1960. Il suo presidente fondatore è stato Félix Houphouët-Boigny, in carica fino al 1993. La popolazione, come in quasi tutti i paesi in via di sviluppo, ha conosciuto negli ultimi decenni un costante e rapido aumento. Nei censimenti effettuati nel 1975, 1988 e 1998 gli abitanti erano rispettivamente 6.709.600, 10.815.694 e 15.366.672. Nel 2012 si stima fossero 23.202.000. L’aumento della popolazione è sostenuto anche dall’immigrazione dai paesi vicini, primo tra tutti il Burkina Faso. Già nel censimento del 1998 la percentuale di stranieri residenti era del 26%. Come in altri paesi dell’Africa occidentale, sono principalmente motivi di tipo occupazionale che determinano la scelta dell’individuo di muoversi, spesso facilitato dalla libertà di movimento concessa dagli accordi di ECOWAS. Infatti, uno dei più grandi corridoi migratori africani è tra Burkina Faso e Costa d’Avorio ed è caratterizzato da spostamenti di numeri rilevanti di persone in entrambe le direzioni – nel 2017, 1.3 milioni solo da Burkina Faso a Costa d’Avorio.
La popolazione odierna della Costa d’Avorio appartiene a 62 gruppi etnici, raggruppabili in cinque grandi ceppi accomunati da caratteristiche socio-culturali o etno-linguistiche: Akan, i Gur o Voltaici (come i Senufo), Kru, Mandé del Nord e Mandé del Sud. Gli Akan sono il gruppo etnico maggiore (42,1% della popolazione) e si trovano prevalentemente nelle regioni orientali e centrali dello stato. La religione tradizionale è l’islam, diffuso in circa il 39% della popolazione. A seguire i cattolici con il 22%, gli evangelici con il 12%, gli animisti con il 4%. Il restante 24% pratica altre religioni o si dichiara ateo.
La popolazione ha sofferto per lo stato di guerra civile vissuto dopo la morte del presidente Félix Houphouët-Boigny e le politiche xenofobe introdotte con il concetto di “ivorianità” (ivoirité) dal successivo presidente Henri Konan Bédié. Ora la guerra civile è finita e il presidente eletto Alassane Ouattara si è insediato nel maggio 2011 dopo l’arresto di Laurent Gbagbo, che – dopo che i francesi aiutarono Ouattara a prendere il potere – si è rifiutato di cedere il potere causando la guerra civile del 2010. L’ex presidente è attualmente recluso alla Corte Penale Internazionale con l’accusa di crimini contro l’umanità, mentre la moglie Simone Gbagbo è stata condannata a 20 anni di reclusione dalla Corte di Giustizia di Abidjan ed è accusata dalla Corte Penale Internazionale di crimini contro l’umanità essendo a capo degli “squadroni della morte”. Attualmente vi è una fase di relativa stabilità politica e il tentativo di consolidare le basi democratiche, supportata anche da un’importante crescita economica a partire dal 2011. Nell’ottobre del 2015 si sono svolte le prime elezioni politiche dopo la guerra civile del 2010, presiedute dalla Commissione elettorale indipendente si sono caratterizzate per il contesto pacifico con una partecipazione del 54,63% e la riconferma del Presidente uscente Alassane Ouattara.
La Costa d’Avorio è il maggior produttore e esportatore mondiale di caffè, semi di cacao e olio di palma. E’ ricco, inoltre, di grandi quantità di minerali: diamanti, manganese, nichel, bauxite e oro, oltre alle recenti scoperte di giacimenti di petrolio. Il mogano è il principale legname destinato all’esportazione.
Migrazioni forzate
Il paese è popolato da 22 milioni di abitanti e il 50% di questi ha meno di 35 anni. Le ragioni della fuga vanno cercate proprio in questa fascia di popolazione.
Due recenti ordinanze (2018) del Tribunale di L’Aquila – con le quali è stata riconosciuta la protezione umanitaria a due richiedenti asilo fuggiti dalla Costa d’Avorio – danno ragione dei validi motivi per lasciare la patria e cercare protezione in un paese terzo. Entrambi i ricorrenti, poco scolarizzati, espongono di essere fuggiti dal paese di origine per il clima di disordine politico e di persecuzione verso i sostenitori di Laurent Koudou Gbagbo.
Per il Tribunale Collegiale “l’attuale situazione politica della Costa d’Avorio si presenta particolarmente precaria. L’attuale situazione della sicurezza in Costa d’Avorio, si è aggravata in modo preoccupante nel 2017. Nel documento dell’IRIN2 del giugno 2017 “Sporadic violence and presidential tussle put Côte d’Ivoire’s hard-won security at risk” si legge che: “Proprio quando sembrava che si fosse voltato pagina dopo una crisi durata una decade contrassegnata da due guerre civili, la violenza in Costa d’Avorio è diventata, in modo preoccupante, una routine. Dall’inizio dell’anno non vi è stato un mese senza il suono delle armi da fuoco in qualche parte del Paese (…). Da gennaio, ci sono stati episodi di rivolte militari, con scoppio di armi da fuoco. La maggior parte di esse ha coinvolto alcune delle 8.400 truppe delle Forces Nouvelles, un ex movimento ribelle che, dopo essere stato integrato nell’esercito regolare, ha chiesto il pagamento di indennità di guerra, fino ad un massimo di 24.000 dollari a testa (…) per il loro ruolo nel portare al potere Alassane Ouattara, dichiarato vincitore delle elezioni del 2010.”
Inoltre la Costa d’Avorio fa i conti con i continui attacchi jihadisti di Aqim – una cellula di Al Qaeda – e con condizioni di estrema povertà per la popolazione. La Costa d’Avorio è al 171esimo posto sui 188 della graduatoria basata sull’Indice di Sviluppo Umano e ha un tasso di mortalità infantile del 5,3%, tra i più alti del mondo.
In Italia
Complessivamente a inizio del 2019 si registravano 32.065 cittadini ivoriani residenti in Italia. Sono molti anche i cittadini della Costa d’Avorio che negli ultimi anni hanno presentato domanda di asilo nel nostro paese: 7.459 nel 2016 (6a nazionalità), 8.374 nel 2017 (6a nazionalità) e 1.668 nel 2018 (10a nazionalità). In molti casi l’esito in prima istanza è stato un diniego, ma con una buona percentuale di riconoscimento della protezione umanitaria: 24% nel 2016 (9% protezione internazionale), 28% nel 2017 (7% protezione internazionale), 20% nel 2018 (5% protezione internazionale). Gli ivoriani sono quindi una delle cittadinanze più colpite dal decreto sicurezza del 2018 che ha abrogato la protezione umanitaria.
Per approfondire:
Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, Costa d’Avorio
Botta Adriano, “Costa d’Avorio, un paese appeso a un filo”, 2019, L’Espresso
Gbehe Bienvenu Yves-Getheme, Migrazione economica verso l’Europa: il punto sulla Costa d’Avorio, 2019, Mondopoli
Human Rights Watch, Côte d’Ivoire, Events of 2018, (2019)