Dayla e Apollos

Dayla:
“Ho riflettuto sul fatto che ci sono molti modi in cui una coppia può essere “mista”. E il colore della pelle è solo all’ultimo posto della lista.
Noi siamo misti perché:

Lui è un rifugiato politico, io no.
Io sono ordinata, lui no.
Lui sa parlare cinque lingue, io due.
Io non mangio piccante, lui si.
Lui ha un fisico atletico, io no.
A me non dona il bianco. 
A lui il bianco dona da morire.” 

Apollos:
“Quanto agli aspetti di somiglianza:

abbiamo a cuore la sorte del prossimo.
Ci impegniamo per migliorare questa società.
Ci occupiamo dei più vulnerabili.
Non diamo importanza al denaro.
Cerchiamo di prendere questa vita con leggerezza, fin dove è possibile. Studiamo un sacco entrambi.
Lavoriamo un sacco entrambi.
Leggiamo un sacco entrambi.”

Dayla:
“Ah si!

Poi ci sarebbe che siamo nati in due continenti diversi.
Io ricca, lui povero. Io europea, lui africano.
Io ho un lasciapassare per quasi tutti i Paesi del mondo, lui no.
Io posso entrare nel Regno Unito con la carta di identità, lui no.
Io non vengo scambiata per una ladra se mi avvicino ad una vetrina, lui si. Io vanto diritti da quando sono nata, lui ha lottato da quando è nato a causa di una vergognosa mancanza di diritti.”

vino

Il vino è una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione  del frutto della vite, l’uva o del mosto. La vite è la pianta che, insieme al grano e all’olivo, è ciò che unisce nelle tavole le diverse culture del Mediterraneo.

Le più antiche tracce di coltivazione della vite sono state rinvenute nei resti archeologici scavati nei siti di Shulaveris Gora e Gadachrili Gora in Georgia risalenti a 8.000 anni fa’. È la “mezzaluna fertile”, un’area geografica limitrofa al corso dei fiumi Tigri ed Eufrate, madre dei cereali e laboratorio della scoperta dei processi fermentativi da cui discendono il pane, il formaggio e le bevande euforizzanti, così come noi le conosciamo oggi. Bevanda nota a tutte le più grandi civiltà dell’antichità, nell’antico Egitto la pratica della vinificazione era talmente consolidata che nel corredo funebre del re Tutankamon (1339 a.C.) erano incluse delle anfore contenenti vino con riportata la zona di provenienza, l’annata e il produttore.
Attorno al vino ruota una gran parte dell’identità di Greci e Romani: miti, regole di galateo, codici di comportamento, visioni etiche e filosofiche, religione e molto altro ancora.

Il vino, allora, era un prodotto sociale che produceva armonia, unione e accoglienza: ai tempi di Omero, infatti, l’ospite veniva accolto con una coppa di vino. Con il vino gli eroi omerici pregano, danno ospitalità, siglano accordi.  Il carattere di ospitalità e armonia lo si ritrova tutt’oggi: basti pensare alla presenza del vino sulle tavole in occasione delle Festività, all’importanza dei brindisi (ovvero, l’atto di alzare il bicchiere e bere alla salute di qualcuno in segno di augurio) e agli innumerevoli momenti per festeggiare la ricchezza di diversità di caratteristiche, sapori e profumi di questo alimento.

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