DAYLA

35 anni, Italia

La mia lingua madre è l’italiano, poi parlo anche in inglese. Sono operatrice legale in una cooperativa che accoglie i richiedenti asilo.
Sono nata a Milano. Sono nata ricca, mi ricordo tante vacanze. A 9 anni con la mia famiglia ci siamo trasferiti a Taranto e li la nostra condizione economica è cambiata, facevamo fatica ad arrivare a fine mese. A Milano ho frequentato la scuola privata, una scuola per ricchi, invece a Taranto la scuola pubblica, dove ho conosciuto finalmente l’umanità. I miei compagni di scuola erano più poveri, ma più liberi e divertenti. Poi ci siamo trasferiti a Rimini e quando i miei si sono separati, a Salsomaggiore Terme. Mi sono innamorata di due uomini prima di mio marito: uno buono e l’altro un po’ meno…
Ho studiato giurisprudenza a Parma, perché ho capito che c’era bisogno del senso di giustizia.
Dopo il tirocinio da avvocato penalista, ho fatto un periodo di volontariato in carcere. Poi sono partita per l’Inghilterra, a York, dopo la rottura di una lunga relazione e ho frequentato un Master sul Diritto alla migrazione. Li sono rinata e come se avessi partorito me stessa. Quasi un’esplosione. La mia parte ribelle è esplosa.
A volte mi sento ancora un po’ rigida, sono diffidente, rimango sempre un po’ a distanza, mi avvicino con il tempo. A volte ho paura di espormi troppo e di pagarne le conseguenze. Ho paura di perdere la stabilità. A volte invece vorrei essere più coraggiosa.
Ho conosciuto Apollos ad una manifestazione. Aveva l’espressione della libertà, e non aveva paura dei legami e del futuro.
Vorrei studiare ancora, si e forse anche diventare genitore, creare la generazione del futuro, delle persone mischiate. Noi rappresentiamo il futuro.

Cittadinanza italiana

In Italia la cittadinanza segue principalmente il criterio dello ius sanguinis, pertanto è cittadino italiano chi discende da cittadini italiani.

Ciò fa sì che l’acquisizione della cittadinanza sia facile per i discendenti di italiani che risiedono all’estero e difficile per i cittadini di origine straniera residenti (ius domicilii) o addirittura nati in Italia (ius soli). Infatti oggi chi vive regolarmente in Italia può fare richiesta della cittadinanza solo dopo 10 anni di permanenza regolare e ininterrotta e può attendere anni la risposta.

Addirittura, i ragazzi di seconda generazione, nati in Italia da entrambi i genitori stranieri, possono diventare cittadini solo dopo il diciottesimo anno di età: ciò fa sì che oggi risiedano nel nostro paese più di un milione di minorenni privi della cittadinanza e dei diritti a essa connessi.

Più volte negli ultimi anni si è acceso il dibattito su una possibile riforma della legge sulla cittadinanza ma per lo più con tiepide o ostili reazioni a livello parlamentare, tanto che anche le più prudenti proposte in termini di ius culturae – ottenimento della cittadinanza basata sul compimento di un ciclo di studi e altri requisiti, tra i quali la nascita in Italia o l’ingresso nel paese entro i 18 anni d’età – si sono arenate.