UcrainaUcraina

Pil pro capite
2.639,82 USD (2017)

Aspettativa di vita
67,1 anni uomini, 76,9 donne (2016)

Paesi che si possono visitare senza bisogno di visto
113 (52° posto nel mondo nel 2019)

Global Peace Index
150° posto su 163 Stati (2019). Il paese meno pacifico (163°) è l’Afghanistan.

Global Terrorism Index
21 posto. L’indice misura l’impatto diretto e indiretto del terrorismo (effetti sulla vita dei civili, le uccisioni, gli incidenti e il numero dei feriti, la distruzione delle proprietà e il danno psicologico sulla popolazione.

Fragile States index
91 posto tra i paesi di “allerta” che si caratterizzano sulla base degli indicatori della pressione demografica e della convivenza intercomunitaria, della presenza di sfollati interni, corruzione, disuguaglianza economica, delegittimazione dello stato, sospensione e arbitraria applicazione della legge, ingerenze esterne sulla politica di governo, deterioramento dei servizi pubblici, abusi contro i civili da parte dell’esercito e delle forze di sicurezza.

Popolazione e conflitti

L’Ucraina è una repubblica presidenziale indipendente dal 1991.

Dal 2014 è stato reintrodotto il servizio militare obbligatorio, è stata ampliata la sfera dei riservisti e l’età massima per prestare il servizio nell’esercito è stata elevata a 55 anni. A causa della guerra nella regione del Donbass, ad oggi sono state già decretate dal governo ucraino sei ondate di mobilitazione, richiamando in servizio anche riservisti. La leva è stata prolungata fino a 18 mesi e molti soldati sono stati costretti a servire più a lungo del previsto. 

Nel 2014 l’Ucraina contava 130.000 persone nelle proprie forze armate e a seguito della reintroduzione della coscrizione, nel 2015 il numero dei militari è salito a 250.000. Si parla di un milione di riservisti; tra i quali sono già stati mobilitati tutti gli uomini sino a 50 anni.

Il codice penale ucraino, all’art. 408, prevede per la diserzione una pena che va da 2 a 5 anni di reclusione. Il rifiuto di svolgere il servizio militare è punibile con una pena da 1 a 5 anni di reclusione. Da quando è iniziato il conflitto in Donbass, 26.800 uomini ucraini sono sottoposti ad azione giudiziaria per aver evitato il servizio militare. Nel rapporto UNHCR del settembre 2015 (“International Protection Considerations related to developments in Ukraine – update III”) è riportato di processi penali a carico di coloro che hanno evaso il servizio di leva o la mobilitazione. Molti rifiuti all’obbligo di prestare servizio di leva sono motivati dal rischio di essere costretti, durante i combattimenti, a commettere crimini di guerra e contro l’umanità.

Nella posizione dell’UNHCR del 15 settembre 2015 apprendiamo che in Ucraina “la resistenza alla coscrizione è in crescita a causa di una serie di fattori, tra i quali l’obiezione a prendere parte a una guerra civile in cui sono stati segnalati crimini di guerra contro i prigionieri commessi da entrambe le parti e dove è probabile che vengano uccisi dei connazionali”.

L’Ufficio dell’Alto Commissariato dei diritti Umani delle Nazioni Unite, nel rapporto sul periodo 16 maggio – 15 agosto 2015 documentava “diversi casi di detenzione arbitraria in relazione alla mobilitazione militare”. Human Right Watch e Amnesty International dal 2014 hanno documentato che entrambe le parti implicate nel conflitto hanno commesso azioni che porterebbero configurarsi come crimini di guerra e crimini contro la pace e l’umanità:

  • torture e uccisioni sommarie di prigionieri di guerra
  • la presenza di gruppi paramilitari che agiscono al di fuori della catena di comando effettiva e ufficiale (Settore Destro)
  • l’uso da parte delle forze regolari di Kiev di armi vietate come le cluster bomb (bandite da 114 paesi), artiglieria pesante sulla popolazione di Donetsk, Luganks e Slaviansk. L’Ucraina non ha firmato il trattato sulla messa al bando delle cluster bomb. Esse sono concepite per massimizzare le vittime in maniera indiscriminata: ogni munizione contiene 30 submunizioni ognuna delle quali contiene 370 frammenti esplosivi
  • Non viene rispettato il principio di distinzione tra combattenti e civili, principio cardine del diritto di guerra e del diritto umanitario come durante le operazioni ATO con i bombardamenti di Donetsk, Luganks e Slaviansk  da parte di Kiev: il lancio di razzi Grad sul centro commerciale Green Plaza, sulla centralissima via Artema di Donetsk (13/08/2014); il bombardamento aereo di Luganks sulla centralissima Piazza degli Eroi (02/06/2014); il bombardamento su Sloviansk e l’ospedale pediatrico della città (maggio 2014)
  • La strage di Odessa con l’assalto della casa dei sindacati che ha provocato la morte di 48 persone e i tardivi soccorsi da parte dei Vigili del fuoco la cui sede sita soli 400 metri dal sindacato
  • L’abbattimento del boeing Malaysia Airlines Mh-17 precipitato al confine tra Ucraina e Russia con la morte di 295 persone
  • Attacchi deliberati contro le scuole e l’uso di edifici scolastici a fini militari da parte di entrambe le forze in conflitto dispiegando la forza al loro interno o in prossimità degli istituti trasformandole in obiettivi militari legittimi in violazione della Dichiarazione Universale sulla sicurezza nelle scuole.

Minacce di stupro, stupri, scariche elettriche sui genitali: le violenze sessuali come arma di guerra, contro i civili o i dissidenti, continuano a essere utilizzate nei luoghi di detenzione da entrambi i lati della linea del fronte. Secondo il dossier War without rules: gender-based violence in the context of the armed conflict in eastern Ukraine, tra le persone che escono dalla detenzione una su quattro ha subìto violenze sessuali. Nello stesso anno anche l’Unhcr ha dedicato un rapporto a questo argomento, giungendo alla stessa constatazione. Oltre che nei luoghi di prigionia, questi abusi avvengono anche ai check point e nelle zone lungo la linea del fronte, dove coabitano civili e militari.

Human Rights Watch (2018) mette in luce come durante tutto l’anno 2017 tutte le parti coinvolte nel conflitto abbiano messo in pericolo civili ed infrastrutture utilizzate da civili, perpetrando torture, detenzioni arbitrarie, massicci bombardamenti di aree popolate, danneggiando gravemente le infrastrutture civili essenziali e uccidendo i civili. Secondo la missione speciale di monitoraggio dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (SMM), a metà novembre, almeno 425 civili sono stati feriti o uccisi nel 2017, più dell’anno precedente. (Human Rights Watch World Report 2018, Ucraine)

Secondo il report della Missione di Monitoraggio delle Nazioni Unite in Ucraina (settembre 2017): «L’aumento del tasso di povertà e disoccupazione unito all’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari ha colpito duramente la vita di 3,8 milioni di persone residenti nelle zone di conflitto, già sottoposte alle difficoltà quotidiane causate dalle ostilità armate e dalle politiche correlate imposte dalle parti». (In: Amnesty International, Amnesty International Report 2017/18 – Ukraine, February 2018). Dal 2014, la guerra tra le forze ucraine e le repubbliche separatiste filorusse ha fatto più di 10.300 morti.

Persecuzione delle minoranze russofone

All’indomani della fuga di Yanukovich e dell’insediamento del governo ad interim, il parlamento ucraino propose una legge per l’abolizione della parità linguistica del russo: la legge sulla lingua (legge n° 5670-d), approvata definitivamente il 25 aprile 2019 con 278 voti favorevoli su 450. La nuova legge toglie alle lingue minoritarie, russo compreso lo status di lingue regionali e limita drasticamente il loro utilizzo nella sfera pubblica.  Il presidente della repubblica, i membri del governo, i deputati, i funzionari della banca di stato, gli insegnanti e i medici sono obbligati a utilizzare la lingua ucraina nell’esercizio delle loro funzioni. Il 16 ottobre 2018 è stata sancita l’indipendenza della Chiesa ortodossa ucraina da quella russa.

In concomitanza con lo sdoganamento della retorica patriottica a livello ufficiale e con la guerra ibrida combattuta in Donbass, una serie di organizzazioni di estrema destra sono nate un po’ ovunque sul territorio nazionale. Reparti della ‘Milizia Nazionale’ sono stati formati in numerose regioni.

Le organizzazioni indipendenti pattugliano le strade e utilizzano la violenza mettendo in dubbio l’effettivo monopolio della forza da parte dello stato.

A subire le conseguenze del fiorire di questi gruppuscoli di estremisti sono soprattutto le minoranze. Tra i movimenti (Settore Destro, Slovoba, Azov) C14 è un movimento ben noto. Attivo dal 2010 il gruppo prende il nome dalle ‘quattordici parole’ (“We must secure the existence of our people and a future for white children”), slogan usato dai suprematisti bianchi americani. L’istituto ‘Terrorist research and analysis consortium – TRAC’ ha di recente inserito l’organizzazione nel suo database di gruppi terroristici.

In Italia

Negli ultimi tre anni il numero delle richieste di protezione internazionale esaminate dalle Commissioni territoriali è costante: 2.628 nel 2016; 2862 nel 2017; 2517 nel 2018.

Nel 2018 il 2% delle istanze si è concluso con il riconoscimento dello status di rifugiato; l’8% con la protezione sussidiaria; il 24% con la protezione umanitaria; il 66% con il diniego.

Tra le richieste di asilo presentate a Parma seguite dall’equipe legale di CIAC Onlus, si segnala la sentenza del Tribunale di Bologna nel ricorso presentato dall’avv. Nazzarena Zorzella (ASGI)  n. 1388/2018, la prima a fare giurisprudenza in merito al diritto del disertore ucraino allo status di rifugiato per motivi di libertà di pensiero (obiezione di coscienza e rifiuto di partecipare a un conflitto in cui vengono commessi crimini di guerra, contro la pace e l’umanità), rischio di subire persecuzione (pene sproporzionate per il reato di diserzione). Seguono numerose sentenze e ordinanze dei Tribunali di Torino, Perugia, Reggio Calabria, Palermo, Roma, Genova.

Per approfondire

Marie-Alix Détrie, Le violenze sessuali in Ucraina e il lungo cammino verso la giustizia, Internazionale, 5febbraio 2019

Melting Pot, Ucraina – L’obiezione alla leva militare può dar vita a gravi persecuzioni, Tribunale di Roma, ordinanza del 21 agosto 2018

Amnesty International, Amnesty International Report 2017/18 – Ukraine, 22 February 2018

Human Rights Watch, World Report 2018, Ucraine

Osservatorio Balcani e Caucaso, Dalla Milizia Nazionale a C14, l’estrema destra in Ucraina