FilippineFilippine

Pil pro capite
2.988,95 USD (2017)

Aspettativa di vita
65,7 anni uomini, 72,9 donne (2016)

Paesi che si possono visitare senza bisogno di visto
64, è al 80° posto (2019)

Global Peace Index
134° su 163 stati (2019). Il paese meno pacifico (163°) è l’Afghanistan

Global Terrorism Index
10° (2019); 7.18. L’indice GTI viene prodotto incrociando i dati riguardanti: il numero totale degli attacchi terroristici in un anno, il numero di morti avvenute durante gli attacchi terroristici nell’arco di un anno, il numero totale di feriti causati dagli attacchi terroristici nell’arco di un anno, i danni alle proprietà causati dagli attacchi terroristici nell’arco di un anno.

Fragile States Index
al 50° posto (2019) tra gli Stati che si caratterizzano “fragili” sulla base degli indicatori della pressione demografica e della convivenza intercomunitaria, della presenza di sfollati interni, corruzione, disuguaglianza economica, delegittimazione dello stato, sospensione e arbitraria applicazione della legge, ingerenze esterne sulla politica di governo, deterioramento dei servizi pubblici, abusi contro i civili da parte dell’esercito e delle forze di sicurezza.

 

La spietata lotta alla droga del presidente Duterte

Le Filippine sono una Repubblica presidenziale, resasi indipendente dalla Spagna nel 1898 e dagli Stati Uniti nel 1946.

Da quando è entrato in carica, nel giugno 2016, il presidente Duterte ha portato avanti una lotta alla droga, preannunciata con parole forti e violente durante la campagna elettorale, che ha avuto come esito l’uccisione di migliaia di persone per mano della polizia e delle forze di sicurezza filippine.

Nel rapporto relativo agli anni 2018 – 2019, Amnesty International confermava che le “uccisioni deliberate, illegali e diffuse di migliaia di presunti autori di reati di droga sembravano essere sistematiche, pianificate, organizzate e incoraggiate dalle autorità” e che queste uccisioni avrebbero potuto costituire reati contro l’umanità.

La maggior parte degli uccisi proveniva da comunità urbane povere. Nonostante le prove che polizia e uomini armati con legami con la polizia abbiano ucciso o pagato altri per uccidere presunti autori di reati di droga in un’ondata di esecuzioni extragiudiziali, le autorità hanno continuato a negare qualsiasi morte illegale.

Secondo i dati riportati da alcune ong, le morti per esecuzione della polizia filippina dall’insediamento di Duterte sarebbero intorno alle 15.000; il governo filippino dichiara invece le morti sarebbero 6600.

Libertà di espressione, diritti dell’infanzia

Sempre all’interno del suo rapporto, Amnesty sottolineava come, nelle Filippine, la libertà di espressione non sia tutelata e come molti attivisti per i diritti umani, in particolare coloro che criticavano il governo, siano stati vittime di minacce ed intimidazioni; lo stesso presidente ha incoraggiato la polizia a “sparare” agli attivisti per i diritti umani che “ostacolano la giustizia”.

Per ciò che concerne invece lo sfruttamento del lavoro infantile, il presidente Duterte ha cercato di ridurre l’età minima della responsabilità penale, generando un’ampia condanna da parte delle organizzazioni per i diritti dei minori e delle Nazioni Unite. Un disegno legge per la modifica della legge sulla giustizia e il benessere dei minori, adottato il 23 maggio dal sottocomitato per le riforme correzionali, ha mantenuto l’età minima di responsabilità penale di 15 anni. Un ulteriore disegno di legge da parte di un legislatore è stato presentato nel corso dell’anno, cercando di ridurre l’età minima della responsabilità penale a 12 anni, ma è rimasto in sospeso.

L’International Labour Organization, nel 2011, stimava che i bambini sottoposti a condizioni di lavoro pericolose fossero 3 milioni, e che altri 2,5 milioni di bambini fossero costretti a lavorare in condizioni migliori ma comunque al di sotto degli standard di sicurezza.

Secondo il Dipartimento degli Stati Uniti per il lavoro infantile, i bambini filippini venivano impiegati anche in attività illecite, in particolare nella distribuzione, acquisizione e vendita di droghe, anche a basso costo. Secondo le statistiche della polizia nazionale, degli 800.000 tossicodipendenti e spacciatori che si sono registrati presso le autorità entro la fine di novembre 2017, ne sono stati identificati 24.000 come minori e di questi minori, 400 sono stati classificati come trafficanti di stupefacenti.

Molti minori, in particolare bambine, vengono trafficati a livello nazionale dalle comunità rurali ai centri urbani e alle destinazioni turistiche a scopo di lavoro domestico e sfruttamento sessuale.

In Italia

Il rapporto relativo all’anno 2018 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, stimava la presenza di 161.609 cittadini filippini, titolari di un valido permesso di soggiorno. La comunità filippina si attesta pertanto al quinto posto per numero di presenze in Italia, dopo Marocco, Albania, Cina ed Ucraina. Il 57,3% di questa comunità è costituito da donne, mentre 33.123, circa un quinto, sono minori. Oltre il 50% dei cittadini filippini residenti in Italia vivono a Milano e a Roma.

Con il 79,3% il tasso di occupazione filippino è il valore più elevato registrato tra le principali comunità straniere anche grazie all’alta occupazione femminile (78,2%) La componente femminile presenta i più bassi tassi di disoccupazione (5,3%) e inattività (17,7%), rispetto ai valori medi dei non comunitari, pari a 18% e 44%.

Le Filippine occupano il secondo posto nella classifica dei Paesi destinatari di rimesse inviate dall’Italia. Nel 2017 sono stai inviati quasi 326 milioni di euro, pari all’8% del totale delle rimesse.

Indice della stabilità della presenza della comunità filippina in Italia e della sua progressiva ulteriore stabilizzazione è l’aumento dei “permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo” (rilasciati a tempo indeterminato) rispetto ai permessi di soggiorno soggetti ad essere rinnovati: in Italia, infatti, si assiste ad un costante aumento della quota di titolari di un permesso per soggiornanti di lungo periodo, pari al il 62,2% al 1° gennaio 2018, mentre meno del 38% dispone di un permesso soggetto ad essere rinnovato.

Per approfondire

Amnesty International, Philippines 2017 – 2018, 2019

Fabio Polese, Guerra alla droga: nelle Filippine si contano migliaia di “vittime collaterali”, Osservatorio diritti, 9 luglio 2019

Philippine National Statistics Office and International Labour Organization, 2011 Survey on Children, 2011

Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, La comunità filippina in Italia, Rapporto annuale sulla presenza dei migranti, 2018

S. Coronel, M. Padilla, D. Mora and the Stabile Center for Investigative Journalism, The Uncounted Dead of Duterte’s Drug War, The Atlantic, 19 agosto 2019