VICTORY

31 anni, Nigeria

Mi chiamo Victory, vengo dalla Nigeria, Benin City, Edo State.
Parlo tre lingue: edo, inglese e italiano.

Vengo da una famiglia poligamica, ho tre sorelle e quattro fratelli.

Ho tre bambini, due in Nigeria, uno qui in Italia; li amo tanto, provo tanti sentimenti per loro!
Il primo ha undici anni, il secondo nove, il terzo due. Qui in Italia il governo si è preso cura di me quando ero incinta, per questo sono molto contenta: c’è una enorme differenza.

Quando ero in Nigeria, quando stavo crescendo, ci sono stati dei disordini legati alla politica. Non ho potuto studiare perché i miei genitori non erano nelle condizioni di mantenermi agli studi; era molto difficile per me nel mio paese.
Ho lasciato la Nigeria quando avevo ventotto anni.

Nella vita sono due le cose che mi interessano e che vorrei fare: la prima è la sartoria a livello professionale;
la seconda cosa che mi interessa molto è produrre artigianalmente il sapone;
in Nigeria una mia amica mi ha insegnato a fare il sapone liquido, mi piace moltissimo farlo.

Ho fatto esperienza di sartoria, adesso a casa ho una macchina da cucire e un tavolo, così posso fare pratica.

Qui ho davvero intenzione di realizzare qualcosa: da quando sono qui il governo mi ha aiutato in tutti i modi possibili e voglio restituire alla società; sono una persona seria, non sono qui per scherzare.

Domanda d’asilo

Si definisce così una persona che ha richiesto di essere riconosciuto come rifugiato (o altra forma di protezione) e che è in attesa del responso.

I richiedenti asilo solitamente entrano nel territorio in modo irregolare, ma dal momento in cui presentano la richiesta sono regolarmente soggiornanti, e quindi non possono essere definiti clandestini. Anche i figli minori di richiedenti asilo seguono il destino – e il permesso di soggiorno – dei genitori.

Il permesso di soggiorno per domanda di protezione ha durata variabile, in funzione dei tempi della Commissione competente. Dopo due mesi di permesso, il richiedente asilo può lavorare. Fin dalla manifestazione della volontà di chiedere protezione il richiedente ha diritto a essere accolto secondo precisi standard stabiliti a livello europeo.

Fino al decreto sicurezza di ottobre 2018 tutti i richiedenti avevano diritto a essere inseriti in un progetto del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), benché tale sistema non abbia mai avuto la capienza necessaria per soddisfare la domanda complessiva di posti.

Attualmente possono essere ospitati solo nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) con servizi ridotti ai minimi termini.