STELLA

21 anni, Nigeria

La mia lingua madre è l’igbo, parlo anche inglese e italiano.

Sto facendo il tirocinio all’Accademia Barilla come aiuto cuoca.

Vivevo a Okigwe, nell’Imo State, una città abbastanza grande vicino al mare.
Mi sarebbe piaciuto fare l’attrice, ma nel mio paese, non c’erano le condizioni per fare quello che volevo.
A vent’anni ho lasciato il mio paese e la mia famiglia, un fratello, quattro sorelle e un nipote.

Sono arrivata a Lampedusa, il 23 agosto del 2015.
La prima sensazione che ho avuto qui in Italia e che le persone mi volessero evitare. Una volta ho tentato di accarezzare un cane ma. la padrona del cane non mi ha permesso di toccarlo.

La famiglia è importante per me, anche il mio ragazzo.

Il mio futuro? Sì, lo immaginavo. Qualcosa ho fatto, non proprio tutto: qualcosa.
Mi piace ballare, e ascoltare musica. Mi piace ballare i balli igbo vestita con il costume tradizionale, è parte della mia identità.

A volte ho paura di vivere in questo mondo, per qualcuno la vita è molto difficile e faticosa.
Ci sono molti modi di stare al mondo, ognuno ha il suo modo di stare.

Protezione umanitaria

Questa era una forma di protezione nazionale, prevista dall’ordinamento italiano nel testo unico sull’immigrazione in conformità con art. 10 della Costituzione.

Veniva concessa (con una durata di due anni) nel caso in cui, pur in assenza di requisiti per accedere alla protezione internazionale, fossero comunque presenti seri motivi umanitari tali da rendere la persona meritevole di tutela.

Questa forma di protezione – che ha permesso ha più di 100.000 migranti di rimanere regolarmente sul territorio italiano – è stata abrogata con il decreto sicurezza a ottobre del 2018.

Fino al decreto sicurezza di ottobre 2018 tutti i titolari di protezione umanitaria avevano diritto a essere inseriti in un progetto del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), benché tale sistema non abbia mai avuto la capienza necessaria per soddisfare la domanda complessiva di posti.