SHAH

24 anni, Afghanistan

La mia lingua madre è il pashtu, la mia seconda lingua è il dari, cioè il farsi orientale; parlo anche urdu e punjabi, tedesco e un po’ di italiano.

Sono in Italia da due anni.
Al momento vado a scuola, e passo il resto del tempo a casa e fuori.

Ho lasciato l’Afghanistan nel 2011 e sono stato prima in Iran, poi sono entrato in Turchia dove ho passato un mese in prigione. Sono andato in Grecia, da lì in Germania dove sono rimasto due anni e poi sono arrivato in Italia.

Sono cresciuto in un piccolo villaggio, Zadran, nella provincia di Paktia. Si trova sopra alte montagne, è molto pericoloso, le persone vengono uccise. Ci sono due parti contrapposte che si fanno la guerra, i talebani e gli americani. Se andiamo con i talebani ci uccidono gli americani e viceversa.

Qui in Italia mi sento al sicuro, ma penso sempre alla mia famiglia che è rimasta in Afghanistan: mia madre, le mie due sorelle e mio fratello. Mio padre è stato ucciso.
Il mio sogno è che la mia famiglia possa vivere in sicurezza.

Da dove vengo nessuno ha un sogno, nessuno ha una speranza per il futuro, non ci sono scuole, lavoriamo per sopravvivere, viviamo alla giornata. Vorrei portare la mia famiglia al sicuro in Italia.

In Italia ho visto tante cose nuove, le donne indossano pantaloni e magliette e guidano l’automobile: da noi no. Le donne italiane vanno a scuola: da noi no. La nostra tradizione impone alle donne di rimanere a casa dopo aver compiuto i dieci anni, e quindi non possono andare a scuola. Rispetto alle vostre abitudini non ho niente da ridire, valgono per voi, come le nostre valgono per noi.

Protezione sussidiaria

La protezione sussidiaria è una forma di protezione internazionale, prevista dal diritto dell’Unione europea e di conseguenza da quello Italiano.

Si tratta di una protezione aggiuntiva che viene riconosciuta a chi non rientri nella definizione di rifugiato.

Il decreto legislativo 251/07 definisce il titolare di protezione sussidiaria come una persona” [···] nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese di origine, […] correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno come definito dal presente decreto e il quale non può o, a causa di tale rischio, non vuole avvalersi della protezione di detto Paese”.

La protezione sussidiaria dà diritto a un permesso di soggiorno della durata di 5 anni rinnovabili e permette tra le altre cose il ricongiungimento familiare a condizioni facilitate.

Dopo il decreto sicurezza di ottobre 2018 i titolari di protezione sussidiaria sono diventati – insieme ai rifugiati – gli unici migranti a poter essere accolti nel nuovo Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (Siproimi).