SANDRA

23 anni, Nigeria

La mia lingua madre è l’inglese.

Sto lavorando come aiuto cuoco in una cooperativa per disabili.

Sono di Benin City. Là ci sono mia mamma, mio fratello e mia sorella, io sono quella di mezzo. Ho frequentato la scuola per dodici anni e a vent’anni sono partita.
Là devi sempre fare quello che vogliono i genitori, ma io non volevo vivere come loro, volevo vivere la mia vita.

Adesso però mi manca mia mamma e la sua cucina. Mi manca anche mia sorella.

Quando ho visto che sono arrivata salva in Italia ho riso ed ero molto contenta.

Le persone più importanti per me sono la mia bambina e il mio futuro marito, il mio ragazzo.

Mi piace quando sono felice e gli altri intorno sono felici. Non sopporto di essere obbligata a fare qualcosa. Sono un po’ pigra, ma molto simpatica.

Oggi la mia vita è normale, come prima, ma domani vorrei una vita diversa: un bel lavoro, un appartamento mio, poter aiutare gli altri.

La mia vita è cambiata un po’ quando ho lasciato la mia famiglia, poi quando sono entrata in Libia, è cambiata ancora quando è nata la mia bambina e magari cambierà di nuovo.

Chiedo a Dio di farmi diventare saggia e di procurarmi un contratto di lavoro.
Ho avuto paura, ma adesso non ho paura di niente.

Status di rifugiato

Lo status di rifugiato, la più importante forma di protezione internazionale, può essere riconosciuta a un richiedente asilo sulla base della definizione contenuta nell’art. 1 della convenzione di Ginevra del 1951, dove si legge che può essere riconosciuto come rifugiato

“chiunque, nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato”.

Il rifugiato ha diritto a un permesso di soggiorno della durata di 5 anni. Può inoltre richiedere la cittadinanza italiana dopo 5 anni (anziché i 10 previsti per gli altri stranieri regolarmente soggiornanti) e il ricongiungimento familiare a condizioni facilitate.

Dopo il decreto sicurezza di ottobre 2018 i rifugiati sono diventati – insieme ai titolari di protezione sussidiaria– gli unici migranti a poter essere accolti nel nuovo Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (Siproimi).