La mia lingua madre è l’inglese.
Sto lavorando come aiuto cuoco in una cooperativa per disabili.
Sono di Benin City. Là ci sono mia mamma, mio fratello e mia sorella, io sono quella di mezzo. Ho frequentato la scuola per dodici anni e a vent’anni sono partita.
Là devi sempre fare quello che vogliono i genitori, ma io non volevo vivere come loro, volevo vivere la mia vita.
Adesso però mi manca mia mamma e la sua cucina. Mi manca anche mia sorella.
Quando ho visto che sono arrivata salva in Italia ho riso ed ero molto contenta.
Le persone più importanti per me sono la mia bambina e il mio futuro marito, il mio ragazzo.
Mi piace quando sono felice e gli altri intorno sono felici. Non sopporto di essere obbligata a fare qualcosa. Sono un po’ pigra, ma molto simpatica.
Oggi la mia vita è normale, come prima, ma domani vorrei una vita diversa: un bel lavoro, un appartamento mio, poter aiutare gli altri.
La mia vita è cambiata un po’ quando ho lasciato la mia famiglia, poi quando sono entrata in Libia, è cambiata ancora quando è nata la mia bambina e magari cambierà di nuovo.
Chiedo a Dio di farmi diventare saggia e di procurarmi un contratto di lavoro.
Ho avuto paura, ma adesso non ho paura di niente.