La mia lingua madre è il mandinga. Parlo anche wolof, inglese e italiano.
Vivevo a Banjul, la piccola capitale del Gambia con i miei genitori, due sorelle e il mio fratellino. Andavo a scuola e facevo il carpentiere.
Ho nostalgia dei miei amici. A volte stavamo svegli tutta la notte, bevendo tè verde e mangiando. Cucinavo sempre io, solitamente il pollo.
A 16 anni ho lasciato il mio paese: per arrivare in Europa ho fatto un viaggio lungo.
Subito ero preoccupato, perché ero solo, e dovevo fare tutto da solo.
Quando ho finito il progetto di accoglienza dovevo trovarmi un monolocale ma, grazie a Ciac, da sei mesi vivo nel progetto Tandem.
Sto lavorando, faccio il marmista in cantiere. Mi piace il mondo, stare con gli amici, cucinare. Mi piaceva giocare a calcio ma, adesso ho smesso perché non ho tempo.
Sono uno che rispetta e ama essere rispettato, penso prima agli altri che a me.
Non sopporto disturbare gli altri e litigare.
Sogno che un giorno tornerò in Gambia.
Non è facile stare da solo, senza la famiglia. Se non sei coraggioso è molto dura.