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23 anni, Mali

La mia lingua madre è il bambara, parlo anche francese e italiano.

A Parma sto facendo un tirocinio all’Ikea e nel tempo libero gioco a calcio.
In Mali ho giocato per un anno a calcio in una squadra di serie A; sono attaccante e centrocampista.

Sono nato a Gao, nel nord del Mali. Gao è una grande città nel deserto, molto più grande di Parma. I miei genitori mi hanno fatto crescere bene, mi hanno fatto andare a scuola.

Nel nostro paese crescono tante cose: mango, patate di diversi tipi, grano, riso, sorgo. Siamo un popolo molto socievole.

A 18 anni ho lasciato il paese a causa della guerra;
il governo italiano mi ha dato la possibilità di vivere in Italia.

A volte immaginavo di andare in Europa e diventare un grande personaggio, magari nel mondo del calcio. Voglio provare a fare il calciatore anche qui, adesso gioco nel Noceto.

Mi piace stare con tutti e aiutare le persone in difficoltà. Adesso sono anch’io un po’ in difficoltà; ho tanti progetti, ma devo capire come muovermi.
Non mi piace il razzismo, mi fa paura, adesso anche a Parma ho paura.

Ho un messaggio per i miei fratelli e le mie sorelle africani, per tutta la gioventù africana. Dovete sapere com’è la realtà in Europa: ci sono molte persone che vivono male. L’Europa non è il paradiso, in molti hanno la fortuna di trovare lavoro e documenti ma, altrettanti, vivono male.

Venite in Europa a studiare, o a fare altre cose, non l’immigrazione. La via della Libia non è facile, in molti muoiono laggiù, mille, duemila persone all’anno; trovate un modo sicuro per venire in Europa.

Protezione sussidiaria

La protezione sussidiaria è una forma di protezione internazionale, prevista dal diritto dell’Unione europea e di conseguenza da quello Italiano.

Si tratta di una protezione aggiuntiva che viene riconosciuta a chi non rientri nella definizione di rifugiato.

Il decreto legislativo 251/07 definisce il titolare di protezione sussidiaria come una persona” [···] nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese di origine, […] correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno come definito dal presente decreto e il quale non può o, a causa di tale rischio, non vuole avvalersi della protezione di detto Paese”.

La protezione sussidiaria dà diritto a un permesso di soggiorno della durata di 5 anni rinnovabili e permette tra le altre cose il ricongiungimento familiare a condizioni facilitate.

Dopo il decreto sicurezza di ottobre 2018 i titolari di protezione sussidiaria sono diventati – insieme ai rifugiati – gli unici migranti a poter essere accolti nel nuovo Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (Siproimi).