La mia lingua madre è il bambara, parlo anche francese e italiano.
A Parma sto facendo un tirocinio all’Ikea e nel tempo libero gioco a calcio.
In Mali ho giocato per un anno a calcio in una squadra di serie A; sono attaccante e centrocampista.
Sono nato a Gao, nel nord del Mali. Gao è una grande città nel deserto, molto più grande di Parma. I miei genitori mi hanno fatto crescere bene, mi hanno fatto andare a scuola.
Nel nostro paese crescono tante cose: mango, patate di diversi tipi, grano, riso, sorgo. Siamo un popolo molto socievole.
A 18 anni ho lasciato il paese a causa della guerra;
il governo italiano mi ha dato la possibilità di vivere in Italia.
A volte immaginavo di andare in Europa e diventare un grande personaggio, magari nel mondo del calcio. Voglio provare a fare il calciatore anche qui, adesso gioco nel Noceto.
Mi piace stare con tutti e aiutare le persone in difficoltà. Adesso sono anch’io un po’ in difficoltà; ho tanti progetti, ma devo capire come muovermi.
Non mi piace il razzismo, mi fa paura, adesso anche a Parma ho paura.
Ho un messaggio per i miei fratelli e le mie sorelle africani, per tutta la gioventù africana. Dovete sapere com’è la realtà in Europa: ci sono molte persone che vivono male. L’Europa non è il paradiso, in molti hanno la fortuna di trovare lavoro e documenti ma, altrettanti, vivono male.
Venite in Europa a studiare, o a fare altre cose, non l’immigrazione. La via della Libia non è facile, in molti muoiono laggiù, mille, duemila persone all’anno; trovate un modo sicuro per venire in Europa.