La mia lingua madre è il Soninke, parlo anche un po’ inglese, francese e italiano, mandinka, bambara, fulan.
Sto facendo tre corsi di formazione: falegname, magazziniere e muratore.
In Mali ero contadino.
Vengo dalla città di Kana, che è stata fondata nel passato dallo zio di mio zio.
Nel mio paese c’è la guerra e il cambiamento climatico, non piove, non potevo più coltivare la terra e così sono partito.
Sulla terra di mio padre coltivavo pomodori, patate, mango, banane, cotone. Lavoravamo la terra a mano, coltivavamo anche il miglio e senza l’acqua non cresceva niente.
La siccità dovuta al cambiamento climatico è iniziata nel 2009 e continua ancora oggi.
La mia terra è diversa da questa, è sabbiosa, vicino al Sahara.
Quando piove troppo poco, la sabbia assorbe subito l’acqua e anche il sole l’asciuga subito, le piante non riescono a bere.
In Italia mi piacerebbe fare il magazziniere, oppure il giardiniere o l’agricoltore.
Sono entrato nel progetto di Ciac nel 2017. Vicino alla nostra casa di San Secondo abbiamo cominciato a coltivare un orto. Ogni anno piantiamo cose diverse: pomodori zucchine, patate.
Qua in Italia la terra è buona, non ci sono le montagne di sabbia del Sahara, il sole non è forte come in Mali e c’è più fresco.