AFZAAL

38 anni, Pakistan

La mia lingua madre è l’urdu, parlo anche inglese e italiano.

Adesso lavoro con la Gazzetta di Parma. vendo i giornali in stazione.
Ero un giornalista di cronaca nera e ho dovuto lasciare il mio paese per problemi politici.

Avevo tutto: un buon lavoro, due macchine, la casa, inun momento tutto è cambiato, tutto; il mio passato mi sembra un sogno.
Ho fatto un viaggio molto lungo passando dal nord: la Russia, la Norvegia, la Germania.

Solo qui in Italia mi hanno ridato una nuova vita, mi sono ripreso il futuro.
Mi hanno rimesso in piedi e mi hanno aiutato a camminare.

Vengo da un piccolo villaggio del Gujrat, una zona agricola dove si coltiva il riso e che assomiglia un po’ alla pianura padana. A 35 anni sono andato via.
Avevo paura lì, qui no.

Mi rende felice aiutare gli altri. Mi piace la vita sociale, essere rispettato, le belle relazioni. Ho una moglie e quattro bambini, due femmine e due maschi,
la più grande ha 17 anni, il secondo 13, l’altro maschio 10 e l’ultima 5.

Il mio sogno? Quello di portare qui i bambini e mia moglie.

Protezione umanitaria

Questa era una forma di protezione nazionale, prevista dall’ordinamento italiano nel testo unico sull’immigrazione in conformità con art. 10 della Costituzione.

Veniva concessa (con una durata di due anni) nel caso in cui, pur in assenza di requisiti per accedere alla protezione internazionale, fossero comunque presenti seri motivi umanitari tali da rendere la persona meritevole di tutela.

Questa forma di protezione – che ha permesso ha più di 100.000 migranti di rimanere regolarmente sul territorio italiano – è stata abrogata con il decreto sicurezza a ottobre del 2018.

Fino al decreto sicurezza di ottobre 2018 tutti i titolari di protezione umanitaria avevano diritto a essere inseriti in un progetto del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), benché tale sistema non abbia mai avuto la capienza necessaria per soddisfare la domanda complessiva di posti.