FranciaFrancia

Pil pro capite
38.476,66 USD (2017)

Aspettativa di vita
78,7 anni uomini, 85,1 donne (2016)

Paesi che si possono visitare senza bisogno di visto
186, è al 4° posto (2019)

Global Peace Index:
60° su 163 stati (2019). Il paese meno pacifico (163°) è l’Afghanistan

Freedom Index
90/100; stato libero

Indice di percezione della corruzione
72/100; al 21° posto su 180 paesi

Popolazione e governo

La Francia è una repubblica costituzionale unitaria con un regime semipresidenziale. A tutt’oggi esercita la sua sovranità su territori presenti su tre oceani e quattro continenti. È, nel 2014, la terza potenza economica europea dopo la Germania e il Regno Unito, e la sesta potenza economica mondiale per prodotto interno lordo nominale (nona a parità di potere d’acquisto), e possiede un livello di vita molto elevato. Il 1º gennaio 2016 la popolazione totale della Francia è di circa 67,2 milioni d’abitanti, di cui 64 513 000 nelle regioni metropolitane, 2 114 000 nelle regioni ultramarine e 604 400 nelle collettività d’oltre mare e in Nuova Caledonia. Il francese è la seconda lingua più studiata al mondo ed è una delle sei lingue ufficiali dell’Organizzazione delle Nazioni unite.

Migrazioni italiane

Un tempo non lontano, alla fine dell’Ottocento, quando masse di contadini poverissimi, di muratori, carpentieri, manovali italiani arrivavano in Francia alla ricerca di un lavoro, les italiens erano solo «carne da lavoro», non tanto diversi dagli immigrati africani che oggi arrivano con i barconi e finiscono sfruttati nei campi di pomodoro.

«Vivono tra di loro, non si mischiano alla popolazione, mangiano e dormono in camerate come soldati accampati in terreno nemico… Si mettono in otto, dieci, quindici in una camera… Non sono esigenti. Basta un pagliericcio. Al momento del raccolto si ammucchiano uno sull’ altro per riposare; e per settimane intere non si spogliano mai». Così si legge in una cronaca del quotidiano socialista Le Cri du Peuple (La Voce del Popolo) all’indomani dei cosiddetti «Vespri Marsigliesi», un pogrom organizzato il giorno della sfilata del corpo di spedizione francese di ritorno dalla Tunisia (allora nel mirino del governo di Roma): decine di italiani cacciati dalle loro case, tre morti e venti feriti in tre giorni di caccia all’uomo tra il 17 e il 20 giugno 1881. Un episodio drammatico come quello di pochi anni dopo, ricordato come l’eccidio di Aigues-Mortes, in Camargue, del 1893, quando i lavoratori francesi delle saline si scatenarono contro i lavoratori italiani, che si facevano pagare di meno e quindi erano concorrenti, facendo otto morti e una dozzina di feriti.

L’odio e il disprezzo nei confronti degli italiani cominciò a smorzarsi e a scomparire solo negli anni Trenta del novecento, quando l’emigrazione italiana nella Francia socialista di Leon Blum e del Front Populaire cominciò a prendere la fisionomia dell’esilio antifascista con i fratelli Rosselli, Piero Gobetti e tutti gli altri émigrés. In quel periodo erano più di 800.000 i nostri connazionali residenti in terra francese.

Ma, nel secondo dopoguerra, la migrazione italiana verso la Francia continua a essere per lo più “clandestina”. Le trattative italo-francesi per il primo negoziato migratorio approdarono solo nel febbraio del 1946 a un insoddisfacente accordo per l’invio di soli ventimila minatori, e fu così che molti degli italiani desiderosi d’emigrare presero in massa la via dell’espatrio clandestino. Ogni giorno ne giungevano al confine occidentale a centinaia, specialmente settentrionali, attraverso il Piccolo San Bernardo, il Frejus, il Colle della Roue e gli altri valichi occidentali delle Alpi, e via mare da Ventimiglia, grazie ai passaggi di prezzolati barcaioli. Alla fine del ‘46 erano arrivati almeno trentamila clandestini italiani, entro il luglio del 1949 ne sarebbero entrati almeno sessantamila.  Ciò che più inquietava erano le drammatiche condizioni in cui gli emigranti varcavano le frontiere: male equipaggiati e affamati, individui isolati e piccoli gruppi composti anche di donne e bambini venivano abbandonati dalle guide alpine prezzolate presso i valichi, spesso si perdevano tra i sentieri innevati e morivano assiderati.

Migrazioni in Francia

Se consideriamo come straniero colui/colei che “è nato all’estero ed è residente in Francia” (definizione dell’Istituto nazionale di statistica ed studi economici INSEE), nel 2018 c’erano quasi 6,5 milioni di immigrati in Francia, pari al 9,7% della popolazione; diversamente, se si considerano solo le presenze di persone prive di cittadinanza francese, la percentuale scende al 6,9%. In valore relativo e non assoluto – dato l’aumento della popolazione – l’immigrazione è rimasta stabile dal 1975 al 2000, a causa tra l’altro di un rallentamento economico. L’immigrazione è ripresa dall’inizio del XXI secolo. Attualmente rappresenta quasi il 10% della popolazione rispetto al 7,3% nel 2000 (e il 2,8% nel 1911). I discendenti diretti di immigrati (seconde generazioni in senso stretto) rappresentavano, nel 2018, 7,5 milioni di persone, pari all’11,2% della popolazione totale. Una stima del 2011 calcolava che già allora, considerando tre generazioni, quasi il 30% delle persone con meno di 60 anni fosse di origine straniera. Dal 1975, l’immigrazione proveniente dal Maghreb rappresenta circa il 25-30% dell’immigrazione totale. Segue l’immigrazione dall’Africa sub-sahariana: se nel 1975 rappresentava solo il 2% del totale, ora pesa per il 14%. Complessivamente, l’Africa, con il 43% di immigrazione nel 2013, ha superato come continente di origine l’Europa, la cui quota è diminuita tra il 1975 e il 2013 dal 66% al 36%. Negli ultimi vent’anni il numero di immigrati che ottiene la cittadinanza è pari a circa 100.000 all’anno.

Per quanto riguarda i richiedenti asilo, nel 2018 sono state registrate 109.840 richieste da parte di adulti (un aumento del 12,6% rispetto al 2017). Tra di queste 46.540 hanno seguito la procedura ordinaria (42%), 23.040 la procedura accelerata (21%) e 40.260 per le persone dublinate. Se si considerano anche i minori e i riesami, il numero totale di domande registrate sale a 139.320. Inoltre, secondo i dati dell’UNHCR, 5.109 persone sono arrivate in Francia attraverso la procedura di reinsediamento (resettlement), tra cui 4.193 siriani e 316 sudanesi. La Francia è, dopo il Regno Unito, il secondo paese europeo per numero di reinsediamenti. Nel 2018, l’Afghanistan è stata la prima nazionalità nelle domande di asilo, seguito da Albania e Georgia, paesi considerati sicuri e per i quali non è necessario un visto per entrare in Francia. Nello stesso anno il numero di riconoscimenti dello status di rifugiato è stato pari a 14.012 (+7,6) e della protezione sussidiaria pari a 10.651 (-3%), per un tasso globale di riconoscimento pari a circa il 26,4%, leggermente in calo rispetto al 2017. L’Afghanistan è di gran lunga la prima nazionalità per quel che riguarda le decisioni positive, anche se con un tasso significativamente diminuito (65%, principalmente protezioni sussidiarie, rispetto all’82% nel 2017). La seconda nazionalità per numero di riconoscimenti è il Sudan (61%, principalmente status di rifugiato). In molti casi i richiedenti di queste due nazionalità  sono sottoposti alla procedura prevista dal Regolamento di Dublino, transitati per lo più dall’Italia. Dopo la Siria, che conta soprattutto per il numero di reinsediamenti, si segnalano la Cina (tibetana), l’Eritrea e l’Iraq. L’Albania è la sesta nazionalità con il 10% di decisioni favorevoli.

In dodici mesi, a cavallo tra il 2018 e il 2019, 18.125 migranti sono stati respinti verso l’Italia alla frontiera di Ventimiglia dalla polizia francese, prevalentemente provenienti da Nigeria, Mali, Costa d’Avorio, Guinea e Algeria.

Per approfondire

Rinauro Sandro, Il cammino della speranza. L’emigrazione clandestina degli italiani nel secondo dopoguerra, 2009, Einaudi

Rinauro Sandro, “Percorsi dell’emigrazione italiana negli anni della ricostruzione: morire a Dien Bien Phu da emigrante clandestino”, 2005, Altreitalie

Feertchak Alexis, “Les chiffres de l’immigration en France”, 2019, Le Figaro

La Cimade, Premier bilan de la demande d’asile en France et en Europe en 2018